Caratteristiche e Vantaggi

La previdenza integrativa è una forma di risparmio che si aggiunge alla pensione obbligatoria. È disciplinata dal D. Lgs. n. 252/05, il cui obbiettivo è quello di dare al lavoratore l’opportunità di destinare tutta la quota di TFR mensilmente maturata a favore di determinati fondi di natura privatistica che si distinguono in fondi “chiusi” o negoziali e in fondi aperti.

I fondi chiusi hanno un portafoglio di attività fisso, che può variare in funzione della performance degli investimenti. Gli afflussi o deflussi di capitali non ne influenzano l’andamento. Per poter uscire dal fondo, è necessario vendere le proprie quote sul mercato a un altro soggetto. Le attività presenti nel portafoglio di un fondo aperto, invece, possono cambiare sia a seguito delle oscillazioni dei mercati, sia in funzione degli afflussi o dei deflussi netti di capitali apportati o riscattati dagli investitori. In caso di afflusso di denaro fresco, il gestore effettua nuovi investimenti nelle attività sottostanti. Gli investitori che vogliono uscire dal fondo hanno la possibilità di vendere le quote al gestore, che poi liquida gli investimenti sottostanti per fare fronte ai riscatti netti.

Attraverso la previdenza complementare si può accedere a una tassazione favorevole. Precisamente, la normativa dà la possibilità di dedurre il totale dei contributi versati al fondo (aderente + datore di lavoro) per un importo annuo non superiore a 5.164,57 euro. In pratica: avendo un reddito di 25.000 euro l’anno e versando 5.000 euro al fondo, si pagheranno le tasse solo su 20.000 euro. Nel calcolo del limite, non si devono considerare le quote di TFR conferite al fondo. Inoltre, è possibile ottenere vantaggi fiscali anche nelle fasi di accumulo e di prestazione. Infatti, rendimenti che si maturano anno per anno sono soggetti a un’imposta sostitutiva con aliquota più bassa rispetto a gran parte delle altre forme di risparmio. Mentre, per alcuni fondi pensione, le prestazioni (la parte che non è stata già tassata durante la fase di accumulo) sono soggette a un’imposizione fiscale con un’aliquota che si riduce al crescere degli anni.

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Chi può accedervi

Possono accedere a queste forme di risparmio:

  • lavoratori dipendenti privati e pubblici
  • lavoratori autonomi o liberi professionisti
  • lavoratori con contratti atipici (ad esempio lavoratori a progetto od occasionali, soci lavoratori di cooperative, ecc.)
  • soggetti fiscalmente a carico
  • tutti coloro che non svolgono un’attività lavorativa

Dipendenti del settore privato

Se si tratta di azienda con più di 50 dipendenti, il lavoratore entro sei mesi dall’assunzione può scegliere come investire le quote di TFR che maturerà nel corso del rapporto. Se non effettua alcuna opzione, le quote di TFR verranno destinate alla forma pensionistica complementare prevista dai CCNL o dagli accordi collettivi applicati.

In caso di azienda con meno di 50 dipendenti, se il lavoratore non opta per i fondi complementari, il TFR verrà corrisposto direttamente dal datore di lavoro al momento della cessazione del rapporto.

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